FIESTA
ALBA
presentano
il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica
e arabeschi di chitarra..
e tra le
trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano
assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
Guarda il video
https://www.youtube.com/watch?v=qRI8OvwxP7E
Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una
passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo
il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino
del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord
e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico
l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali
rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha
libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di
essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince
davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha
nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce
con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma
omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e
spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat
minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk
chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e
originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva
in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono
supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e
traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti
musicali:
Talking
Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della
band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre.
Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero
leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro
millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in
una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo
della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e
colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna
soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas
Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua
trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni
aggressive.
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