martedì 30 maggio 2023

 


Magasin du Café presentano SHARDANA

https://open.spotify.com/album/1DEkAbut8ETPp3PhKFIoep?si=wsRVZG2nRVaui8nHk1j0pg

 

Nel nuovo album i Magasin du Café inseriscono come elemento di novità alcuni testi per spiegare meglio il concetto culturale che sta dietro alle loro creazioni musicali, contrariamente agli album precedenti in cui la voce era usata come uno strumento musicale.

La storia raccontata è quella di un guerriero Shardana che parte dalla Sardegna, partecipa alle campagne di pirateria ai danni dell’Egitto, si offre come guardia personale di Ramses II, partecipa alla battaglia di Qadesh. Vivendo a corte scopre l’enorme sapienza sacra ed esoterica dell’Antico Egitto, entrando in rapporti di rispetto con sacerdoti e aristocratici. Queste nuove conoscenze lo spingono a ricercare le sue origini, le origini dell’essere umano e degli Dei. In un viaggio di unificazione, per tornare a dove tutto è iniziato, parte per raggiungere l’estremo Nord, verso quella che i Greci chiameranno migliaia di anni dopo Hyperborea.

L’album ha sonorità che richiamano il prog rock, il post rock e la world music. L’elettronica regala ritmo e un sound a tratti ipnotico, così come le voci con sonorità ancestrali degli antichi sardi e le armonie dell’Oriente.

Ancora una volta l’emozione è al centro delle composizioni, stavolta unita ad un concetto originale e poco esplorato: l’origine preistorica del nostro mondo, fatta di lotte, amori, scoperte. Temi modernissimi e universali.

 

La Band

I Magasin du Café sono l’essenza della World Music in chiave moderna. Amano suonare in luoghi incontaminati nella natura (laghi di montagna, fiumi, boschi, spiagge, foreste). Hanno creato dal 2020 un format di concerti alimentati da una bicicletta ed illuminati da candele. I loro concerti sono un’esperienza ancestrale, da vivere lasciandosi andare a quello che loro stessi chiamano flow. La voce ed la ritmica di questa band vengono dalla Sardegna, dove migliaia di anni fa vivevano i Popoli del mare “Shardana”. Popoli che non appartenevano a nessun regno, a nessuna dinastia, ma semplicemente appartenevano al mare. Un omaggio alla natura, alla vita, alla libertà.

I loro concerti sono meditativi e spesso riescono a portare il pubblico in uno stato quasi ipnotico. Musica che ci parla di tradizioni lontane, in cui il grande Nord si mescola con l'Oriente, in cui i canti sciamanici dell'America e dell'Africa diventano moderni. Il sound è universale, i suoni sono esotici ma senza connotazione geografica, si mescolano al rock, al folk, all’elettronica, in un dialogo inedito tra i cinque musicisti.

 

Il Concept

Gli Shardana (o Sherden) erano uno dei Popoli del Mare, famosi per essere stati la guardia personale di Ramses II, uno dei faraoni più influenti di tutti i tempi. La loro grandiosità in battaglia si intuisce dai pochi scritti trovati dagli archeologi, ma gli storici più attenti hanno trovato le loro tracce in tutto il Mediterraneo, il Baltico e perfino l’Africa del Sud. Tracce di manufatti, bronzetti nuragici, armi, monumenti di pietra imponenti, bassorilievi e miniere.

Sembra ormai assodato che la Sardegna abbia preso il suo nome da questo popolo, di cui non si conosce ancora l’origine. Da qui deriverebbe il mistero del popolo sardo e della sua nascita, ma soprattutto il mistero della sua unicità. Sembra che gli Shardana abbiano avuto contatti intensi con popoli del nord e mediorientali, talmente profondi e ricorrenti da rendere difficile capire da dove tutto sia partito.

Per noi, Shardana è un concetto che ha ribaltato tutto quello che conoscevamo della nostra storia e del nostro presente. È un tornare alle origini, è scoprire che già migliaia di anni fa, prima della scrittura, le genti si mischiavano, lottavano per i territori, commerciavano ed esploravano.

 

L’INTERVISTA

 

Come avete scoperto il mondo di Shardana?

 

“Shardana” è un modo per chiamare in lingua moderna uno dei Popoli del Mare, che sembra ormai certo avessero base anche nell’isola Sardegna. Questi popoli hanno un’origine per noi misteriosa, hanno vissuto nel mediterraneo di almeno 5000 anni fa, cambiandolo profondamente con i loro commerci, l’artigianato, l’arte e le guerre a cui prendevano parte. Sono stati guardia personale di Ramses II, uno dei faraoni più leggendari di tutti i tempi. Gli salvarono la vita in almeno un’occasione e vengono definiti da lui stesso “imbattibili”. Sono storie antiche tramandate dai genitori di Alberto e Mattia nei racconti di infanzia. Un moto di orgoglio primordiale che abbiamo sentito anche in questi anni, tramite laviche di artigiani e storici che abbiamo incontrato durante i concerti in terra sarda.

Abbiamo unito queste suggestioni in un disco di epica guerriera e che parla di una grande curiosità per un mondo antico e sconosciuto.

 

Quanto è importante la Sardegna in questo percorso musicale?

 

La Sardegna è la terra di origine di Alberto e Mattia, ma anche una delle nostre seconde case di tour estivi tra palchi e musica di strada. Sentiamo l’attitudine dei guerrieri Shardana nel modo di fare degli isolani. Si avvertono in questa terra un mistero e una magia che sono unici. Esiste il "mal di Sardegna” per alcuni di noi. E poi ci sono tutte le influenze musicali e culturali che si perdono nella notte dei tempi, con strumenti antichissimi che hanno resistito al passare dei millenni. I canti sardi, le melodie che si collegano alla musica del nord Europa, le launeddas… tutto ha contribuito a dare una voce organica alla nostra musica e alle nostre suggestioni.

 

Possiamo definire Shardana un concept album? 

 

Lo è assolutamente, sia dal punto di vista tecnico-musicale, sia per le tematiche dei testi. Alcuni brani sono dei manifesti di appartenenza culturale, in cui l’orgoglio per la propria terra si fonde con la curiosità dell'antico e dell’incontro tra popoli. Sempre per ritrovare parti di sé e le proprie origini, mai per fare un viaggio fine a se stesso o per rispondere ai nuovi dettami del politically correct. Uscendo dal concetto letterario e parlando di musica, nonostante la varietà di melodie e di sonorità, si sente un suono unitario che abbiamo cercato per due anni di lavorazione in studio, dal vivoi e nelle ricerche  dirette in terra sarda. Abbiamo unito il vissuto musicale di ognuno di noi alle interviste con storici, artigiani e artisti sardi, durate intere settimane nei primi mesi del 2022.

 

Nelle note introduttive avete definito il vostro stile “universal music”.. Me ne vuoi parlare?

 

Una definizione anomala, abbiamo sempre fatto fatica a definire la nostra musica, come se ogni genere non bastasse a parlare al pubblico di cosa si sarebbero trovati di fronte. Facciamo rock, con chiare influenze prog, ma anche world music, folk, inseriamo la musica elettronica. Come possiamo definire questo se non come “universale”?

 

Ci sono degli artisti o dei generi musicali che vi hanno influenzato nella realizzazione del disco?

 

Di certo i grandi compositori di colonne sonore, dato che veniamo dalla musica puramente strumentale e questo è il nostro primo esperimento con le parole. Citiamo Yann Tiersen, Philip Glass, Hans Zimmer. Band come Sigur Ros, Ulver, Tool… Il jazz di Favata e Ibrahim Maalouf. Le sonorità dilatate dei Pink Floyd e della scuola di Canterbury, il folk che abbiamo ascoltato in anni di musica di strada, tra Francia, Germania e sud Italia. Soprattutto ci leghiamo ai concetti espressi nei libri di Leonardo Melis, sommo studioso del popolo Shardana, insieme a Felice Vinci, alcune pubblicazioni di Guenon e di Evola sulla Tradizione. Il libro dei Morti egiziano ci ha ispirato tanto quanto la musica fatta e ascoltata da trent’anni a questa parte.

 

Vedo che avete già fatto un album diciamo “mistico” come Samsara. Quali pensi siano le differenze?

 

Samsara era solo strumentale, un viaggio composto da molte fermate. Ogni brano era un film. Con Shardana invece siamo stati più compatti, con un pensiero fisso che ha fatto da collante a musica, testi e grafica. Il brano “Samsara” ha aperto una strada nuova per noi, aperta al mondo e all’energia dei grandi festival di world music. É stato uno dei brani più importanti della nostra carriera, nato in poche ore come fosse stato un bisogno. Bisogno di comunicare la nostra gioia e il nostro orgoglio di far parte di questo mondo, che ha radici lontanissime.

 

Ho letto che i vostri concerti sono tutti a impatto zero. Mi spieghi come funziona?

 

A impatto zero… beh è una forzatura dire questo. Di sicuro cerchiamo di diventare più autonomi possibile per dare energia agli spettacoli, parliamo di quelli con accumulatori portatili e una bici che li tiene carichi con la pedalata di volontari tra il pubblico. Spesso ci è capitato di perdere energia e terminare il concerto perché nessuno ha pedalato, son rischi da mettere in conto. É un modo per sensibilizzare all’autoproduzione e al consumo critico, più che all’ecologismo di facciata di questi anni, in cui tante band si sono risvegliate ecologiste di punto in bianco. Il nostro “concerto a pedali” non ha pretese di salvare il mondo, ma offre un punto di vista sul vivere sano e su un rapporto con la natura più responsabile. Quando si penserà all’uomo e alla natura come una cosa sola si farà il salto di coscienza, oggi tutto questo manca, tra chi pensa che la natura sia da sfruttare e chi pensa che dovremmo estinguerci per preservare gli alberi.

martedì 16 maggio 2023

 


GIOVEDI’ 1 GIUGNO

Davide Van De Sfroos

 

Ingresso libero

Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo

Orari di apertura del centro

Tutti i giorni feriali: dalle ore 19.00 alle 24.00

Sabati: dalle ore 12,00

Domenica e festivi: dalle ore 12.00 alle 24.00

INFOLINE

ASSOCIAZIONE LO SPIRITO DEL PIANETA

cell : 347 5763417 - info@lospiritodelpianeta.it -  www.lospiritodelpianeta.it

2 EURO PER ACCESSO AL PARCHEGGIO

 

Dopo la pubblicazione in doppio vinile e digitale di alcuni brani tratti dalla scorsa tournèe e forte del successo dei tre tour del 2022DAVIDE VAN DE SFROOS torna in concerto con “Live Estate 2023”, una serie di appuntamenti che lo porteranno in giro per l’Italia e la Svizzera.

Una scaletta ancora nuova e ripensata per questo tour, prodotto e organizzato da MyNina, dove, oltre ai successi della sua carriera e ad alcuni brani del disco “Maader Folk”, si aggiungono canzoni che mancavano da parecchio tempo nel repertorio live del cantautore.

Continua così il viaggio dell’artista comasco per abbracciare ancora il suo pubblico, per camminare tra strade e persone che collegano un passato fatto di memorie, nostalgie, storie, valori ed esperienze a cui continuare ad attingere e a rendere omaggio, il presente come spazio e momento di equilibrio, di presa di fiato e di coscienza e come terreno di speranza e un futuro che non si può prevedere né manovrare ma che tiene sicuramente lo sguardo e le intenzioni a tempi lontani.

«Sono qui nell’erba alta, perché è già alta, i fiori sono sbocciati e ancora una volta si prova quella strana sensazione che ha qualcosa di magico e fuori dal tempo, ovvero, il dover tornare su un palco e anche lì fare sbocciare qualcosa per tutta l’estate. – sussurra Davide attorniato dal cinguettio degli uccellini. E allora ecco la scelta di canzoni vecchie e nuove, ecco l’esaltazione quasi infantile del ritornare ad imbracciare lo strumento, di stare di fronte alle persone. Così come in una liturgia stagionale, portare in  giro musica. Le farfalle volano, i fiori profumano e noi, cos’altro possiamo fare se non mandare in giro i nostri suoni di fronte a tutti coloro che hanno voglia di ascoltare?»

Sul palco insieme a DAVIDE VAN DE SFROOS i musicisti Angapiemage Galiano Persico (violino, mandolino, tamburello, cori), Daniele Caldarini (tastiere, chitarra acustica), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e acustica, cori), Silvio Centamore (batteria, percussioni), Andrea Cusmano (trombone, plettri, chitarra, flauti dritti, fisarmonica, tastiere, cori) e Matteo Luraghi (basso).

 

 


GRANDE SERATA CON I MITICI SAOR PATROL

MERCOLEDI’ 14 GIUGNO

Ingresso libero

Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo

Orari di apertura del centro

Tutti i giorni feriali: dalle ore 19.00 alle 24.00

Sabati: dalle ore 12,00

Domenica e festivi: dalle ore 12.00 alle 24.00

INFOLINE

ASSOCIAZIONE LO SPIRITO DEL PIANETA

cell : 347 5763417 - info@lospiritodelpianeta.it -  www.lospiritodelpianeta.it

2 EURO PER ACCESSO AL PARCHEGGIO

 

SAOR PATROL – INTRO

La cornamusa, considerata strumento nazionale, accompagna le note di un gruppo che con la sua grinta e con i suoi tamburi sa farci respirare ogni volta l’aria della Scozia, quella vera: gli Saor Patrol ! Dal gaelico, il nome di questo gruppo letteralmente significa "la pattuglia della libertà" (saorsa è la parola gaelica che indica il concetto di libertà). Questo perchè non si tratta di un gruppo meramente musicale: gli Saor Patrol (Clanranald Trust for Scotland) sono portatori culturali di una tradizione antica che ha bisogno di impegno e dedizione per sopravvivere. Dal 1996 il progetto è quello di realizzare un forte celtico (DunCarron) nei pressi di Edimburgo, per poter trasmettere a tutti e soprattutto ai più giovani l'amore per il proprio passato. Fortificazione che in questo momento è terminata nel suo perimetro, nella reception, nei bagni, nel parcheggio e che sarà terminata per il 2012. Il gruppo ha fatto parte del cast di numerosi film di notevole importanza come:Brave HeartIl GladiatoreRè ArtùE l’ultimo Robin HoodRussel Crowe ha in programma di girare a DunCarron il prossimo episodio di Robin Hood.     

 

Lo spirito del pianeta è l’unico festival che si svolge in Italia con musiche e culture indigene. Quest’anno saranno 20 i gruppi provenienti da tutto il mondo che si esibiranno con le loro danze e canti tradizionali, parte di quella cultura spesso tramandata oralmente che anima il mondo. Ma il festival vuole mettere in scena lo spirito del pianeta non solo attraverso spettacoli di musica e danza. Ecco qui di seguito tutte le altre attività che danno linfa al festival.

 

 

 


Clusone 2023, il centro della Valle Seriana, diventa la capitale dei popoli indigeni del pianeta

@ CLUSONE VIA SAN LUCIO LOCALITA’ LA SPESSA

LO SPIRITO DEL PIANETA 2023

HEVIA

GIOVEDI’ 8 GIUGNO

Ingresso libero

Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo

Orari di apertura del centro

Tutti i giorni feriali: dalle ore 19.00 alle 24.00

Sabati: dalle ore 12,00

Domenica e festivi: dalle ore 12.00 alle 24.00

INFOLINE

ASSOCIAZIONE LO SPIRITO DEL PIANETA

cell : 347 5763417 - info@lospiritodelpianeta.it -  www.lospiritodelpianeta.it

2 EURO PER ACCESSO AL PARCHEGGIO

 

DALLA GALIZIA (SPAGNA) HEVIA, ARTISTA CONOSICUTO IN TUTTO IL MONDO PER AVERE INVENTATO LA CORMAMUSA ELETTRONICA

 

È famoso per aver inventato, insieme ad altri, la "gaita MIDI", una cornamusa elettronica con la quale suona abitualmente. A soli 4 anni ha avuto i primi contatti con la cornamusa, con l'aiuto di Armando Fernández, che gli ha insegnato lo stile tradizionale. Dal 1986 al 2001 è stato direttore della banda di cornamuse di Villaviciosa; nel 1992 ha vinto da solista il primo premio al Festival interceltico di Lorient, in Bretagna.

Nel 1998 ha pubblicato il primo album Tierra de nadie (uscito con il titolo No Man's Land in alcuni paesi) che solo in Spagna ha venduto 1.000.000 di copie, e nel quale si trova il suo pezzo più famoso, Busindre Reel. L'album verrà ripubblicato nel 1999 in un'edizione speciale con tre remix aggiuntivi. Nel 2000 è uscito il suo secondo album, Al otro lado (edito anche come Al otro llau o The Other Side), mentre il terzo album Étnico ma non troppo è del 2003. Nel 2007 è uscito l'album Obsessión. Nel 2018 esce il quinto album Al son del indianu.

Solitamente nel suo gruppo è presente anche sua sorella Maria José, alle percussioni.

Due suoi brani, "La Línea Trazada" e "El Garrotin", sono apparsi sul gioco multipiattaforma Vigilante 8: Second Offence. Nel 2012 ha accompagnato il duo italiano Sonohra nella canzone Si chiama libertà, pubblicata nell'aprile dello stesso anno.

 

mercoledì 3 maggio 2023

 


VENERDI' 12 MAGGIO, A MISANO ADRIATICO, LA' DOVE TUTTO ERA INIZIATO (CON TRANSILVANIA ROCK HORROR CAFE'), INAGURAZIONE DI ENRIQUEZ.. COCINA MESSICANA... CON LA PARTECIPAZIONE DI PAU DEI NEGRITA CHE GARANTIRA' UN DEEJAY SET "PICANTE" A BASE DI PATCHANKA

 

INAUGURAZIONE DI ENRIQUEZ

Ristorante messicano – cucina autentica messicana

MASTER OF CEREMONY – PAU DEI NEGRITA (deejay set)

Via Conca 6 – zona Cavalli Porto Verde – Misano Adriatico

Per info e prenotazioni; 351 3527 235

 

Qui, a Misano Adriatico, dove tutto era iniziato, con il primo Transilvania Rock Horror Cafè, Ice Ferri ritorna con un ristorante messicano… Attenzione. Cucina autentica, grazie a Enriquez e Antonio Gomez, padre e figlio che Ice Ferri ha scelto dopo aver fatto colloqui a Città del Messico per garantire l’autenticità della “cocina mexicana”. Non solo. 50 tipi diversi di tequila. E poi, dopo anni a Los Angeles, dove ha tuttora due attività nella ristorazione, Ice Ferri sa benissimo come valutare la cucina messicana.

Il ristorante nasce in una posizione già conosciuta ai più a Misano (è ove c’era il Wave, locale trendy della zona). Chiaramente per i “ninos”, a cui Ice dà un occhio di riguardo grazie a una zona dedicata a loro (il ninos corner), c’è anche la pizza, nel caso la “cocina” fosse troppo “picante”.

Si apre il 12 maggio con un’ospite di eccezione; Pau, il famoso cantante dei Negrita, che in attesa dei due concerti della sua band al Vidia (già sold out la prima data, ancora qualche biglietto per la seconda) cenerà in mezzo agli avventori, a disposizione per meet’n’greet (eventuali autografi) e poi incendierà la serata con un deejay set “picante” ed euforico, a base di patchanka stile Manu Chao.

 

 

 

DARIO, musicista, compositore, poeta e giornalista moldavo si presenta al pubblico italiano con un accattivante brano tra pop, elettronica e dance

 

DARIO

Presenta

ALLA RADIO

https://www.youtube.com/watch?v=DSfPXIJJ16A&t=9s

 

 

Constantin Celac è un musicista, compositore, poeta, cantante e giornalista moldavo, nato il 6 dicembre 1986 a Cimișlia, una città nella parte meridionale della Moldavia. Fin da giovane mostra un gran talento per la musica, in particolare per la composizione di testi musicali. Ha frequentato il collegio musicale „Stefan Neaga” in Chisinau per poi laurearsi in Canto Academico e composizione musicale.

Dal 2004 fino al 2020 lavora come giornalista in Moldavia.

 

Nel 2003 Constantin inizia unprogetto musicale intitolato Orion

Lo stile musicale unisce elementi di techno, progressive, pop dance e trance, ma con un sound originale e melodico. Il primo EP, intitolato “Orion - Kiss me” , è stato pubblicato nell’autunno del 2008 da Planeta Mix Records (Spagna) e UNIVERSAL Music (Austria) e ha suscitato l’interesse della stampa musicale locale e internazionale. Nel corso degli anni, Constantin Celac si è distinto come uno dei più noti musicisti moldavi, esibendosi in numerosi concerti.

 

Nel 2023 Constantin inizia un nuovo progetto musicale: Dario; obiettivo di questo suo progetto è di portare la sua musica in Italia e farla conoscere anche agli italiani.

 

Orion – Kiss me (2008 video)

https://youtu.be/U0hAxqdDSig

Libro di poesie di Constantin Celac „În monolog cu EA”

https://www.bestseller.md/in-monolog-cu-ea.html

 


CONTROL TOYS – Soap Opera (Orangle/Universal)

Più che una Soap Opera quella che ci propone Control Toys è un rumorosissimo e a tratti caotico trip nella vita della protagonista immaginaria (ma non troppo) del concept; Tasha Tashì, prodotto di un mondo familiare isterico, passa a ritmo di punk, doom, speed metal, industrial e chi più ne ha, attraverso un’esistenza non troppo felice, segno dei nostri tempi malati. Ma Control Toys ha la capacità di inglobare il tutto nei 3 minuti della forma canzone, all’interno del quale, nel caos, trova anche il tempo per colpirci con melodie pop molto catchy. Una sorta di nuovo prog per la generazione Z.

 

 

L’INTERVISTA

Mi dici qualcosa sul titolo?

Il titolo è la lucentezza newtoniana delle giovani palindrome.. Soap Opera che in quanto artistica è anche critica, e non ha quindi alcun bisogno di essere detta

Come definiresti lo stile del disco?

Ciascuno ha gli aborti che merita... lo stile?! Fuori dall'ovvio, fuori dal sociale, uscendo dal "modo" per pervenire là dove non vi è più modo. Senza volontà di essere, senza coscienza, Informe, illogico, irrazionale.. il buio. E' un orgasmo mancato, cacofonico... grottesco

Qual è il brano più riuscito dell’album secondo te?

L'hit viene sancita dalla mediocrità.. non mi interessa, in quanto non ho voluto produrre alcun capolavoro, bisogna ESSERE dei capolavori

Quale è l’artista che maggiormente ti ha inspirato?

L'arte mi fa schifo. Dell'arte semmai.. mi interessa l'eccesso dell'arte

Cosa ne pensi della scena musicale italiana e dei media musicali del nostro paese?

La musica italiana è il movimento rincoglionito degli sforzi transitori a patto che non cambi qualcosa nei prossimi anni.. non mi interessano gli italiani, qualunque arte, tutta l'arte è borghese.. è mediocre. Oggi gli "artisti" producono lavori consolatori, mentecatti, stupidi, con attegiamenti puttaneschi e ruffinani. Sono rari i casi di incomunicabilità, cioè dove l'artista ha superato se stesso. I media musicali sono un fatto anacronistico, e le cronache non mi interessano

Pensi di riuscire a portare dal vivo il tuo lavoro?

Voglio vomitare!

 

 


NERO, il primo EP degli ALAN

Canti di ribellione, di denuncia, di lucida consapevolezza:
è il cantautorato maturo del duo post alternative anni ’90.

 

https://open.spotify.com/album/7xQjvROOLjuol9Fukvx6E5?si=AWm6UasnR-2m87Y5J-3qNg

 

 

È la presa di coscienza dell’essere giovani adulti oggi e voler scrivere e cantare temi intimi e universali che riguardano il quotidiano di tutti, il leitmotiv che tiene insieme i quattro brani di  NERO, il primo EP degli ALAN, il duo composto da Alex Malaguti, voce, e Andrea Chirico, chitarra e arrangiamenti.

E la scelta di scrivere in italiano è la risposta chiara, diretta, inequivocabile, alla necessità urgente di tornare ad una certa forma di cantautorato, in disuso negli ultimi anni in Italia. Quel cantautorato che canta situazioni pratiche e emotive, che tratta temi esistenzialisti, che non ha paura di gridare tutto quello che non va, per poi provare – allo stesso tempo – ad indicare la strada per cambiare le cose.

Dall’incontro con la parte più oscura che fa parte di ciascuno di noi in NERO (il singolo che dà il nome all’EP), alla rabbia e al dolore anche fisico nell’inedito L’AMORE NON FA MAI SOFFRIRE; dalla denuncia critica delle difficoltà profonde del vivere quotidiano oggi in TEMPI BUI (il singolo uscito a maggio 2021, remixato per l’occasione), all’egoismo e alla voglia di avere ragione a tutti i costi che guida l’essere umano nelle relazioni sociali in NON IMPARIAMO MAI.

Arrangiamenti rock che guardano ad un passato glorioso, sound di chiara ispirazione anni ’90, ritmo incalzante: per gli ALAN fare musica significa schierarsi, non avere paura di dire quello che si pensa, provare a sovvertire il sistema.

Gli Alan sono: Alex Malaguti, voce, e Andrea Chirico, arrangiatore e chitarrista polistrumentista, entrambi attivi nell’underground italiano da più di 20 anni. Il loro progetto nasce durante il primo lockdown con cicli di sessioni creative online, mosso dall'esigenza di mettere in musica temi di attualità, dalla politica al senso civico, dai sentimenti ai rapporti umani, con un invito alla riflessione e all'introspezione.  A maggio 2021 esce il loro primo singolo Tempi bui, piazzandosi alla posizione numero 30 della classifica degli indipendenti come singolo autoprodotto, seguito da Storia perfetta uscito a gennaio 2023. NERO è il loro primo EP, anticipato dall’uscita dell’omonimo singolo ad inizio aprile.

 

L’INTERVISTA

 

 

 

 

  Il brano che avete usato come “pilota” e per il video lo
definirei un pezzo pop dal groove pazzesco.. una sorta di Personal
Jesus con il groove techno al posto del blues robotico dei Depeche

Essere accostati a mostri sacri come i Depeche Mode ci fa sentire
ancora piu' piccoli. Ti ringraziamo per il paragone ed in fondo le
tematiche di fondo forse sono comuni.
Piu' che nella musica le ritroverei nel voler raccontare quel rapporto
che e' necessario avere con se stessi in una spiritualita' laica. Ci
siamo affidati ad un produttore inglese (Ian 'Cally' Hollyman @ HDUK
Studio)
per concretizzare quella che era la nostra idea di voler realizzare
qualcosa che ci facesse muovere interiormente ed esteriormente
nonostante le tematiche riflessive della canzone

C’è un comune denominatore nella stesura dei testi?
Abbiamo cercato di tirare fuori le emozioni che ci hanno accompagnati
in questa fase della vita. Credo che sia una necessita' naturale per
ogni musicista che propone un punto di vista personale sul mondo.
Oggi troppi autori scrivono materiale privo di personalita' che hanno
come unico target il vendere il brano a qualche editore. Noi cerchiamo
di esprimere in parole cio' che rappresenta la nostra dimensione
personale.
Con questo intento scriviamo canzoni. Alcuni dal mood piu' positivo,
altri piu introspettivi e riflessivi. Ci siamo sentiti dire da
qualcuno che siamo troppo retorici quasi fosse un disvalore.
La retorica e' parte delle fondamenta della cultura classica poiche'
rappresenta l'eloquenza nella disciplina del parlare o dello scrivere.

Quali sono gli artisti che secondo te hanno maggiormente
influenzato questo ep?

Battiato per la volonta' di voler raccontare qualcosa al mondo,

Leonard Cohen per l'atmosfera un po' cupa, I Subsonica per le chitarre
di Nero, Gli Atoms for Peace per le ristmiche sintetiche di "L'amore
non fa mai soffrire" e poi tanto POP Alternative Indie inglese anni 90
tra cui U2, Blur, Radiohead e altri mille gruppi che ascoltiamo
giornalmente sul nostro Spotify. Abbiamo anche tratto ispirazione
dall'islandese Dadi Freyr per alcuni suoni piu' kraftwerkiani e meno
ricercati

Un brano come Nero per quanto mi riguarda ha un sound molto sexy
che poi si apre con un ritornello pop micidiale. Se io fossi un
direttore artistico di una radio, anche di un network, oserei nel
passarlo… Ma non credi che sia troppo “forbito” e “cool” per
l’ascoltatore medio, che, lasciami passare il termine, è piuttosto
“ignorante”?

Chi fa musica ha una grande responsabilita'. In genere chi produce
qualcosa di artistico dovrebbe essere chiamato ad una vocazione sacra.
Il voler raccontare il mondo attraverso i propri sensi. Di chi e' la
colpa se ci siamo impoveriti? i gruppi editoriali che hanno proposto
una musica delegittimata dal suo messaggio piu' profondo? Se cosi'
fosse molti gruppi storici di cui oggi si vendono ancora i dischi
sarebbero scomparsi. Battiato diceva in Up Patriots To Arms:
"mandiamoli in pensione i direttori artistici gli addetti alla
cultura". Il ruolo che hanno i direttori editoriali e' quello di
esprimere il coraggio dell'arte e cioe' di uscire dal caldo abbraccio
sicuro della scelta piu' facile. La verita' e' che anche loro ricevono
migliaia di uscite alla settimana ed ascoltare tutto e' impossibile.
Che almeno ascoltino pero' perche' in fondo il loro lavoro e' quello

Credo che il vostro approccio sia sostanzialmente rock, pur
usando molto l’elettronica. Un gruppo con questo approccio se la deve
principalmente giocare dal vivo… Che ne pensi
?
Io penso che il rock non si esprima solo con la forza con la quale le
chitarre si manifestano in un brano ma con l'ardore dei contenuti che
un pezzo mette sul piatto. Partendo da questo presupposto, sono
pienamente d'accordo con te. Si puo' fare rock
anche con strumenti classici, in due e senza muri di amplificatori
dietro la schiena.
Io (Andrea) e Alex veniamo da ascolti molto chitarrosi ed uno dei
traguardi degli ALAN  era proprio di voler trasporre questa intenzione
in una forma poco consueta

Hai letto della querelle tra Siae e Meta? Un bel macello per la
musica italiana…

Esiste qualcosa che non sia problematico nella musica italiana? ormai
tutto finisce in Querelle. In merito bisognerebbe leggere le carte
della contesa e non fidarsi dei rumor condivisi sui social da pareri
di parte. Io penso che la questione debba trattare in primis due
aspetti fondamentali. La musica non dovrebbe essere gratis perche' e'
un prodotto dell'intelletto con un valore immateriale intrinseco.
Dovrebbe avere un giusto prezzo e poter essere accessibile a tutti. A
seguire, molte aziende sono diventate entita' sovranazionali ed hanno
un potere contrattuale alle volte superiore a quelle di paesi
giuridicamente riconosciuti come Nazioni. Si entra in un ambiente
spinoso dove META (ed il nome stesso lo suggerisce) si definisce
un'entita' al di la delle autorita' nazionali.
Penso che si debba riportare il tutto con i piedi per terra nel
rispetto dei regolamenti e della contrattazione del libero mercato. De
facto Meta mette il coltello alla gola della Siae ed un' azienda
parastatale mette il coltello alla gola ad una multinazionale tech. E'
uno stallo alla messicana che Quentin Tarantino risolverebbe facendo
morire tutti. Nessuno ne gioverebbe

 

martedì 2 maggio 2023

 


Stiv Tirella – Tale e quale (Meda Sound) (https://open.spotify.com/album/6fkItcJ2Hhjqz7MMj7laGO?si=tQPHe3cHTx6ZdcPEBv3hVQ

 

 

Dopo le più disparate collaborazioni discografiche del passato, GUE’ PEQUENO, FRANCO BATTIATO, ALESSANDRO BERGONZONI, PAOLA IEZZI, GIANMARIA ACCUSANI (PROZAC + / SICK TAMBURO) ed i remix ufficiali per JOVANOTTI, CASSIUS, PAOLA & CHIARA, BOOSTA (SUBSONICA), per citarne alcuni, torna il DJ/produttore STIV TIRELLA. “TALE E QUALE” è il nuovo album che lo vede principalmente in veste di produttore e songwriter. STIV rappa in molti brani dell’album ma è come se fosse ospite di se stesso. 12 canzoni che compongono un mosaico quasi cinematrografico con tante emozioni e spinte diverse. Tanti gli ospiti (MAO, GIUDITTA ARECCO di RDS, FILIPPO COSCI, PAMELA, il cantante inglese JIMMY BRIXTON ed il cantante spagnolo CLAUDIO CORONA BELGRAVE) e tanti i generi musicali: rock, hip hop in pieno stile “vecchia scuola”, rub-a-dub, blues, reggae, funk ed elettronica. “FELINA” è il primo video e singolo estratto, un pezzo pop elegante e crudo allo stesso tempo, con la voce da crooner rock’n’roll di GUALTY e FASO (ELIO E LE STORIE TESE al basso). Il disegno della copertina é stato affidato a PESCEPIROMANE al secolo MARCO BOLETO che in passato ha prestato il suo talento a FEDEZ. 

 

 

l’intervista

 

Io sono rock e tu sei roll… qui mi sono messo a ridere… questo come altri passaggi sono molto direi IPER IRONICI

 

L’ironia fa parte del mio carattere. Dicamo che mi prendo seriamente sul non prendermi troppo sul serio. Al di là di questo, nel disco racconto solo cose reali e personali. Nella scrittura ho una sola regola: essere sincero con quello sono, quello che penso, quello che ho visto e quello che vedo.

 

Cos’è ERP? Bellissimo il pezzo… la chitarra l’hai suonata tu?

Cos’è ERP? Bellissimo il pezzo… la chitarra l’hai suonata tu?

 

ERP é l’acronimo di Edilizia Residenziale Pubblica, ovvero case popolari pubbliche che vengono concesse a famiglie in condizioni economicamente disagiate. Provengo da una famiglia né ricca né povera, quindi non parlo di me, ma racconto la realtà che ho vissuto quando ero piccolo perché la mia scuola elementare era in una zona popolare con un’alta gradazione di disperazione, di conseguenza ho avuto modo di attraversare certe realtà. 

 

Mi piace molto Serpente sia per la voce con uso del vocoder che il tappeto sonoro che mi fa pensare a un brano come sueno latino… che ne pensi di questa mia percezione?

 

Diciamo che i due pezzi, sotto ogni punto di vista, sono estremamente diversi. Inoltre SERPENTE è una canzone molto intima e poeticamente delicata, l’altra strizza l’occhio al voler essere sexy. 

 

Chi sono stati i tuoi punti di riferimento musicali quando hai iniziato a fare questo disco?

 

Tutto. Nel senso che io ascolto veramente qualsiasi cosa. Ho una collezione di oltre 7000 vinili. Ho cominciato da piccolissimo a divorare musica, avrò avuto 6 anni. E mi sono innamorato di David Bowie, The Art Of Noise e Kraftwerk. Da lì non ho mai interrotto la mia scoperta. Ancora oggi mi sento un esploratore della musica, non si finisce mai. Ultimamente sono in fissa totale con l’afrobeat. Però, dopo avere ascoltato 10 pezzi afro, posso tranquillamente aver voglia dei Motorhead o di Modugno. Gli steccati nella musica non esistono più ed io non li ho mai avuti, per fortuna. Stessa cosa per quanto riguarda in ogni mio aspetto dello stare al mondo: leggo di tutto, guardo qualsiasi tipo di film, m’interesso di tutto, sono furiosamente curioso. Il vero punto di riferimento di questo album è stata la qualità. Io ed il mio team (Meda Sound) riteniamo che la qualità sia stata drasticamente tralasciata in questi ultimi anni, quindi ci siamo impegnati ai massimi per partorire qualcosa che non seguisse le mode mordi e fuggi del momento ma che fosse qualcosa di qualitativamente valido e senza tempo. 

 

Per portare i brani in giro hai in mente di fare un tour o spingerai i brani con deejay set?

 

Essendo un album pieno di collaborazioni, fare concerti diventerebbe complicato. Quindi farò qualche showcase in giro per l’Italia. Ovviamente i miei dj set continuano senza tregua e qualche pezzo di TALE E QUALE ci scappa sempre.