Emidio de Berardinis
presenta
VIA IGNIS...
https://open.spotify.com/intl-it/album/2z2jf1h7hZLQkrfMTNQPNe?si=KwqWYQ6cRNuauQai0eNOew
Via Ignis, il nuovo lavoro autoprodotto da
Emidio De Bernardinis, non è un disco: è una fenditura. Un varco aperto in
quello spazio interiore che siamo abituati a ignorare mentre scorriamo
distrattamente lo schermo di uno smartphone. Dodici canti costruiti come
altrettante stazioni di un percorso iniziatico, in cui l’ascoltatore non è
invitato a “godere” della musica, ma a misurarsi con essa.
Il concept affonda le radici
nell’immaginario simbolico degli Arcani Maggiori, in particolare nella figura
dell’Appeso, archetipo del ribaltamento dello sguardo. De Bernardinis
assume quella postura sospesa e la traduce in brani che rifiutano ogni
tentazione di compiacimento: niente slogan motivazionali, nessun ritornello
consolatorio, ma una scrittura che alterna ferocia e tenerezza, visioni
mistiche e fenditure psicologiche.
La voce si fa deserto, talvolta
abisso, talvolta preghiera. Le parole sono affilate, ma capaci di aprire
spiragli luminosi in chi accetta di lasciarsi “fermare” da queste tracce che
non accompagnano: deviano, disturbano, spogliano. È un album che predilige il
fuoco alla forma, l’urgenza alla levigatezza, e proprio per questo colpisce
come un rito di passaggio.
Via Ignis è un invito alla disobbedienza
interiore: una chiamata a spegnere l’automatismo del quotidiano per riaccendere
il centro della coscienza. Ne si esce scossi, forse stanchi, ma più lucidi. Un
disco che non cerca consenso, ma risveglio. Da attraversare con cautela, magari
in ginocchio — ma con la promessa di rialzarsi diversi.
Piacere di
conoscerti Emidio, ci parli un po’ di te e della tua relazione con “Via
Ignis”?
Il
piacere
è mio! Anzi, grazie di cuore per lo spazio che mi dedicate.
“Via Ignis” non è soltanto un disco: è una parte di me che ha deciso di
manifestarsi senza veli. Nella mia più recente storia di cantautorato ho
attraversato silenzi necessari, zone d’ombra e di luce, caos e riordino
interiore, perché la vita mi stava preparando a un linguaggio nuovo, più
essenziale e coerente a chi sono oggi.
La
fiamma di “Via Ignis” è nata così: come la risposta ad un “Appello”
squisitamente personale!
Ho
realizzato, coscientemente, che ciò che cercavo fuori era già acceso dentro, e
quel fuoco chiedeva di essere riconosciuto, gestito e offerto al mondo.
Il disco è diventato una sorta di rito personale: un viaggio verso la
libertà dallo sguardo meccanico, dai programmi che per decenni mi hanno
governato senza che io me ne sia mai accordo davvero.
Questo è il tuo primo lavoro come
“solista”. Come mai la scelta di un disco?
La
solitudine creativa è arrivata come effetto collaterale dello scioglimento
degli Hoka Hey, il gruppo con cui ho prodotto musica fino ad un paio di
anni fa, ma oggi la considero causa primaria della mia necessità artistica di
aderire coerentemente e responsabilmente a chi sono, qui ed ora.
Ho
sempre cantato con altri, condividendo ispirazioni e progettualità; ma a un
certo punto la mia Essenza, e con essa, la mia voce hanno chiesto una
dimensione creativa più intima e personale.
Il
disco “Via Ignis” è il risultato tangibile di un lungo processo
meditativo e trasformativo attraverso cui posso raccontare una parte del
cammino interiore da me intrapreso, che negli ultimi anni si è fortemente
intensificato.
In
un brano singolo non si può trasferire che una “scintilla” del viaggio ma in un
intero album, composto peraltro da 12 brani (numero fortemente simbolico) si
può tentare di offrire l’intero incendio!
Sentivo la necessità di un contenitore ampio, di un territorio in cui la mia
ricerca interiore potesse respirare senza compromessi. E “Via Ignis” è il
risultato!
Come
è nata “Via Ignis” e come è stata percorsa la via della sua
realizzazione?
“Via
Ignis” è nata in un luogo immaginario che somiglia vagamente ad una sorta
di eremo interiore.
All’inizio
c’era solo un’immagine: un sentiero che bruciava ma non riusciva a consumare
totalmente il materiale superfluo, o meglio, il residuo di un ego ormai
insofferente e stanco.
Poi
sono arrivate le prime melodie, come piccole fiammelle timide ma ardenti! La
realizzazione è stata un percorso lento, perché non volevo manipolare in alcun
modo la creazione artistica: desideravo ascoltare ciò che le ispirazioni giunte
come sorprendenti e impagabili doni, avevano da comunicare, in primis, a me
stesso.
Ogni
brano è collassato nella materia in modo organico, come se emergesse da un
punto della coscienza che avevo, troppo a lungo, trascurato e ho camminato la
nuova esperienza con pazienza e fiducia, lasciando che la musica mi guidasse.
Per
questo mi piace dire che “Via Ignis” non l’ho scritta ma l’ho
attraversata.
So
che hai stampato anche delle copie fisiche, lavorate a mano con tuoi dipinti
originali. Ce ne vuoi parlare?
Sì, è stata un’intuizione naturale,
spontanea e quasi inevitabile:
viviamo in un’epoca digitale e, per certi versi, immateriale, quindi, sentivo
il bisogno di restituire alla musica un corpo … sostanza artistica! Ho dipinto
ogni immagine associata ai vari brani come se fosse un’icona personale: una
piccola reliquia di colore, simbolo della stessa fiamma che attraversa tutto il
progetto. Ogni canzone è diversa, perché porta una vibrazione unica, quindi,
l’ho associata ad un’immagine pittorica scaturita da un gesto irripetibile
della mano. Il tocco fisico, la materia, il colore: sono meravigliosi ponti tra
la dimensione “densa” e quella più sottile del “sentire” (che non a caso, è un
verbo che si presta a molteplici interpretazioni)!
Mi
piace pensare che chi possiederà l’opera artistica completa nella fisicità,
avrà tra le mani non tanto un oggetto, ma una simbolica soglia di passaggio
coscienziale.
Chi
è Emidio, oltre questo progetto?
(Permettimi
di sorridere prima di rispondere) Una domanda semplice
e immensa!
Credo di essere un viaggiatore della percezione, un essere umano che riesce
ancora ad osservare il mondo con occhi sempre un po’ stupiti.
Amo il silenzio, la natura, e tutto ciò che vibra oltre le mere apparenze e che
riesce a stimolare il mio contatto cosciente con il mistero e la Bellezza.
Sono una persona che tenta, ogni giorno, di liberarsi da ciò che non è
essenziale … dalle innumerevoli illusioni del mondo.
La
musica è uno strumento portentoso attraverso cui riesco ancora a “creare”
portando qualcosa di veramente “nuovo” laddove il vecchio, con le sue marmoree
radici, ingabbia le coscienze umane nel gioco dell’imitazione, delle
falsificazioni e delle ripetizioni sterili che tolgono il respiro alla
sacralità della Vita. Non vivo di sola musica, anche se amo farmi accompagnare
da lei per vivere armoniosamente ogni mia esperienza professionale,
familiare e sociale.
Grazie
per il tuo tempo, se vuoi lasciarci un’ultima “risposta” libera…
Ancora,
grazie a voi!
Vorrei
concludere questa intervista con una breve considerazione che mi auguro possa
richiamare l’interesse dei lettori: siamo tutti attraversati da una fiamma,
anche quando non la percepiamo. A volte basta fermarsi un istante, respirare, e
riconoscere che la nostra vita non è una semplice successione di giorni, ma una
straordinaria opportunità di conoscersi per scoprire l’Immenso in noi.
Se Via Ignis riuscirà ad accendere anche solo una scintilla di questa
consapevolezza in chi ascolta, allora il viaggio sarà compiuto.
.jpg)



